venerdì 19 aprile 2013

L’Uruguay approva i matrimoni omosessuali (Página 12, Argentina)



Il 10 aprile la camera dei deputati dell’Uruguay ha approvato il progetto di legge che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. 
La norma era stata votata dal senato una settimana prima. 
L’Uruguay è diventato il dodicesimo paese del mondo ad aver legalizzato le unioni gay, il secondo in America Latina dopo l’Argentina (le nozze tra persone dello stesso sesso sono legali anche a Città del Messico). 
La legge, criticata dalla chiesa cattolica uruguaiana, è passata con 71 voti favorevoli e 21 contrari. La legge è stata votata dal Frente amplio (il partito al governo) e da molti parlamentari dell’opposizione.
Durante il dibattito Jaime Trobo, del Partido nacional (all’opposizione), ha sollevato dei dubbi sulla legittimità dell’iter parlamentare.
La norma approvata il 2 aprile dal senato conteneva degli errori. In teoria questo obbligherebbe i deputati a fare le dovute modiiche e a convocare le camere riunite per un altro voto. Per risolvere la questione “il Frente amplio ha dichiarato che, una volta emanata la legge, s’impegna a redigerne un’altra che modifichi quella approvata il 10 aprile”. Secondo Trobo, “il parlamento non può votare delle norme già sapendo che dovranno essere modificate”.
La nuova legge stabilisce che l’istituzione del matrimonio “equivale all’unione tra i due contraenti, qualsiasi sia l’identità di genere o l’orientamento sessuale di ciascuno, con gli stessi termini, identici efetti e modalità di annullamento previsti dal codice civile”. 
Uno degli aspetti più interessanti riguarda l’ordine dei cognomi dei figli delle coppie omosessuali, che potrà essere deciso da entrambi i coniugi o attraverso un sorteggio se non si raggiunge un accordo. Il provvedimento sarà esteso anche ai figli delle coppie eterosessuali. I igli avranno il diritto di conoscere il proprio padre biologico nel caso in cui la madre, sposata con un’altra donna, li abbia avuti da una relazione con un uomo. Un diritto che non potrà
essere esercitato nel caso di fecondazione in vitro, per tutelare l’anonimato dei donatori
di sperma.

La chiesa cattolica ha chiesto ai parlamentari credenti di non votare un’iniziativa
“contraria al progetto di Dio”. 

La conferenza episcopale dell’Uruguay ha ricordato le critiche mosse dall’attuale papa, Mario Bergoglio, alla legge sui matrimoni gay approvata nel 2010 in Argentina, quand’era vescovo di Buenos Aires. Secondo la chiesa uruguaiana, la norma è un passo indietro in un ordinamento giuridico fondato sul rispetto e sulla difesa dell’istituzione familiare.
La chiesa, inoltre, considera pericoloso ispirarsi a modelli giuridici in vigore all’estero e condanna che questo avvenga senza “un doveroso esame antropologico e senza analizzare a fondo le conseguenze” sulla società uruguaiana.
Secondo Sebastián Sabini, del Frente amplio, l’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso rappresenta “un enorme passo avanti sulla strada dei diritti sociali e contribuisce al processo d’inclusione sociale che il governo sta portando avanti sul piano politico e su quello economico”.
Sabini ha riconosciuto che l’Argentina, approvando i matrimoni gay nel 2010, ha rappresentato un precedente importante per l’America Latina e ha permesso di aprire la discussione sui diritti delle coppie omosessuali anche in Uruguay. “È importante che la regione si muova in modo compatto”, ha aggiunto Sabini.



(Página 12, Argentina)


Fonte: Internazionale N°996, 19/24 aprile 2013

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