mercoledì 24 aprile 2013

L’immigrazione secondo Obama (San Jose Mercury News, Stati Uniti)

I parlamentari si oppongono alla riforma della legge sull’immigrazione negli Stati Uniti a causa di quello che è successo a Boston. Non c’è da sorprendersi: i politici sfruttano sempre eventi simili a loro vantaggio. Ma in questo caso l’ipocrisia è evidente. 
C’è un motivo per cui dieci anni fa si sarebbe dovuto impedire a Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, che all’epoca avevano otto e 15 anni, di entrare nel nostro paese quando ai loro genitori era stato concesso l’asilo politico? Sembra che i due fratelli siano diventati estremisti solo di recente.
Uno di loro ha studiato nelle scuole statunitensi e ha vinto una borsa di studio per andareall’università. 
Tranne vietare l’ingresso a tutti i musulmani, quali regole avrebbero potuto adottare per escludere quei ragazzi?
Coloro che si attaccano a questa scusa per rimandare la riforma non vogliono norme più efficienti sull’immigrazione. Vogliono bloccare la riforma, rimandandola all’ininito. 
La proposta non è perfetta, bisogna ancora lavorarci. Il prezzo che gli immigrati clandestini devono pagare per ottenere la cittadinanza è troppo alto. Le norme dovrebbero aiutare di più le famiglie a restare unite, perché i rapporti familiari favoriscono il successo di chi emigra negli Stati Uniti. Ma per ciò che conta davvero – quello che le imprese, le organizzazioni dei lavoratori e quelle per i diritti degli immigrati e le forze dell’ordine chiedono a gran voce – la proposta coglie nel segno.  Prevede una spesa di 5 miliardi di dollari per rafforzare i confini. Migliora il programma di gestione dei posti disponibili per i lavoratori stranieri. Incoraggia gli studenti universitari più capaci a restare per fare carriera o avviare un’impresa. Ma soprattutto prevede un percorso per dare la cittadinanza, unica opzione realistica, agli 11 milioni di clandestini che già vivono negli Stati Uniti.



(San Jose Mercury News, Stati Uniti)


Fonte: Internazionale 25 aprile/2 maggio 2013 N°997


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