mercoledì 24 aprile 2013

La rielezione di Napolitano: la Waterloo della sinistra (Michael Braun, Die Tageszeitung, Germania)




“Ai limiti del ridicolo”. 
Un saggio protagonista della politica italiana ha dato questo giudizio sulla rielezione di Giorgio Napolitano, aggiungendo che è semplicemente una “non
soluzione”. 
L’autore di questi commenti è lo stesso Napolitano, che si esprimeva così fino a pochi giorni fa, quando escludeva categoricamente la non soluzione che alla fine è stata scelta. 
Certo, il presidente ha un’ottima reputazione all’estero, e in Italia può contare su un’enorme popolarità. Ma, nonostante provenga dalla sinistra, la sua rielezione non è altro che una Waterloo per il suo schieramento e in particolare per il Partito democratico (Pd) di Pier Luigi
Bersani.
A quasi 88 anni Napolitano dovrà continuare a ricoprire la carica di capo dello stato perché, nonostante sia la principale forza in parlamento, la sinistra non è stata capace di imporre un nuovo candidato. I suoi stessi parlamentari hanno votato contro Franco Marini, il candidato del Pd che avrebbe dovuto essere eletto con il sostegno dei berlusconiani. 
Il giorno dopo, i democratici che avevano voluto il patto con Berlusconi si sono vendicati silurando senza pietà uno dei padri fondatori del partito: Romano Prodi.
Innumerevoli alleanze, fondate innanzitutto sull’odio reciproco, e in più due linee inconciliabili: sono stati questi fattori a far precipitare il Pd nel baratro. 
Di fronte al successo del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, il Pd poteva scegliere tra la formazione di una grande coalizione con Silvio Berlusconi e il tentativo di trovare un
compromesso con Grillo. Marini rappresentava la prima alternativa, Prodi la seconda.
E Napolitano? Il presidente è un noto sostenitore della grande coalizione tra destra e sinistra. È questo tipo di governo che tocca ora all’Italia, e il primo vincitore sarà ancora una volta Berlusconi. 
Il Pd, invece, è ridotto in macerie e si trova sull’orlo della scissione.

(Michael Braun, Die Tageszeitung, Germania)


Fonte: Internazionale 25 aprile/2 maggio 2013 N°997

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