sabato 5 gennaio 2013

La scelta di immolarsi (iSun Affairs, Hong Kong)




Dal 2009 sono almeno 95 i tibetani che si sono dati fuoco in segno di protesta. “Le immolazioni sono parte
di un movimento secessionista”, recita una nota congiunta della procura suprema, della corte suprema e del ministero della sicurezza di Pechino. 
Il governo cinese parla di “forze straniere ostili” che tramano contro la Cina, mentre per il governo tibetano in esilio le immolazioni sono il grido di libertà di un popolo oppresso. entrambi riconoscono la natura politica delle immolazioni, scrive iSunAfairs. 
È un cambio di strategia del governo rispetto alla sua posizione iniziale, che riduceva le immolazioni ai gesti di persone instabili. Una strategia usata spesso contro chi protesta. 
L’altra tecnica è criminalizzarne i comportamenti. Come accadde nel 2009, quando una donna a Chengdu si diede fuoco per protesta contro un esproprio. Le autorità attribuirono il gesto ai rapporti difficili con il marito, suscitando l’indignazione dei cinesi, spiega Chang Ping nell’editoriale. Le immolazioni dei tibetani, però, non sollevano la stessa indignazione a causa dell’educazione patriottica ricevuta dai cinesi.

Fonte: Internazionale, 21/27 dicembre, N°980

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