giovedì 1 novembre 2012

I veri sostenitori di Grillo (Financial Times)



Da quando è apparso sulla scena politica italiana, il comico Beppe Grillo viene puntualmente liquidato
come un bufone dall’establishment. Finora, però, Grillo ha riso bene perché ha riso ultimo.
Il 28 ottobre, a pochi mesi dalla sua prima vittoria in un’elezione importante (quella del sindaco
di Parma), il Movimento 5 stelle è diventato il primo partito della Sicilia.
Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche di primavera, quindi, è ora che le élite politiche di Roma prendano Grillo più seriamente.
L’Italia sta compiendo la transizione più significativa dal 1992, anno in cui l’ordine politico
nato nel dopoguerra si è disgregato. Ora infatti, dopo l’uscita di scena di Silvio Berlusconi, il centrodestra
è imploso lasciando un grande vuoto melettorale.
L’economia italiana, bloccata da più di dieci anni, è oggi in recessione. Gli elettori, alle prese con misure di austerità e disgustati da nuove ondate di scandali di corruzione, stanno voltando le spalle ai partiti tradizionali. Uno dei poli di attrazione di questa rabbia è proprio Beppe Grillo. Il suo programma contiene proposte che
colgono gli umori dell’elettorato, come tagliare gli stipendi dei politici e impedire che i pregiudicati
siedano in parlamento. Oggi Grillo non riscuoterebbe tanti consensi se i partiti tradizionali avessero fatto proprie queste ragionevoli richieste.
Ai problemi dell’Italia, il Movimento 5 stelle non offre certo soluzioni coerenti. Grillo chiede
un referendum sull’euro, ma non dice cosa farebbe con il brusco deprezzamento della lira che seguirebbe
all’uscita dell’Italia dalla moneta unica. E i suoi progetti di ridurre il deficit con tagli degli sprechi sono troppo vaghi.
Resta il fatto che, senza una riforma tangibile da parte dei partiti, nessuno potrà stupirsi se gli elettori italiani continueranno a concedere a Grillo il beneficio del dubbio.
Ecco perché sia il Pd a sinistra sia il Pdl a destra devono far propri nuovi standard etici nella scelta dei candidati, ringiovanire i loro dirigenti e aprirsi di più alla società.
I due schieramenti devono poi assolutamente far approvare la legge anticorruzione, che va avanti e indietro tra le camere da due anni, e riformare la legge elettorale, che oggi non permette
agli elettori di esprimere una preferenza per un candidato.
Senza queste riforme, le élite politiche italiane saranno le più efficaci procacciatrici di
voti per il comico che tanto disprezzano.

(Financial Times, Regno Unito)


(Fonte: Internazionale 2/8 novembre 2012, N° 273)

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